Volendo discutere delle correlazioni tra dermatologia, nutrizione e psicologia in riferimento alle patologie cutanee non poteva mancare un’altra importante malattia della pelle con effetti invalidanti sulla sfera sociale ed emotiva e le cui relazioni con alimentazione e microbiota sono ancora tutte da approfondire.
VITILIGINE:
La Vitiligine è una patologia acquisita di cui non è ancora chiaro il meccanismo di insorgenza. Viene sospettata la sua natura autoimmune sulla base delle patologie associate che sono spesso di questa natura: tiroiditi autoimmuni, diabete infantile, anemia perniciosa, eccetera. Non presenta specifici fattori genetici associati e può insorgere in soggetti senza familiarità per la malattia. Si è visto comunque che molti sono i fattori che influiscono sul decorso della malattia. Uno fra questi è lo stress ossidativo e la quantità di radicali liberi presenti nell’organismo e che possono interferire col meccanismo di produzione della melanina favorendo la comparsa di macchie bianche (acromiche) sulla pelle dei soggetti affetti. Sulla base di questa valutazione è consigliabile l’integrazione con una buona dose di antiossidanti per bocca, nonché la correzione di una eventuale dieta squilibrata e ricca di alimenti ossidanti o povera di vitamine.
Anche nel caso della vitiligine, oltre che per i pazienti psoriasici di cui abbiamo parlato nell’articolo scorso, l’insorgenza può apparire correlata ad un evento particolarmente traumatico. In uno studio del 2012 si osservò un’associazione tra presenza di autoanticorpi e prevalenza di ossessione e fobia in pazienti affetti. L’influenza che ha la patologia sull’immagine di sé può essere devastante, tanto da impedire il normale svolgimento della vita sociale.
Sono ancora pochi gli studi che esplorano le correlazioni tra vitiligine e microbiota intestinale e cutaneo, tuttavia possiamo fare riferimento ad alcune osservazioni già pubblicate e altre in via di pubblicazione.
In uno studio del 2016 venne rilevata una distribuzione di flora batterica cutanea differente tra aree con macchia acromica tipica e aree senza macchia acromica: le zone con pelle apparentemente sana mostravano una maggiore varietà di specie batteriche ed un più intenso scambio comunicativo tra di esse, mentre le aree affette presentano quella che si può definire una disbiosi cutanea. Altri studi saranno necessari per capire se questo sia una causa alla base della manifestazione clinica o una conseguenza delle lesioni, le quali attuano pur sempre meccanismi fisiologici e metabolici diversi rispetto alla pelle sana.
Nel 2018 è stato presentato uno studio in via di pubblicazione sul microbiota intestinale nei pazienti con vitiligine e ciò che ne è scaturito è particolarmente interessante: non sembra esserci una sensibile variazione nell’equilibrio del microbiota batterico intestinale rispetto alla popolazione generale, ma ciò che cambia è la composizione del microbiota fungino. In sostanza, in questi casi non si può parlare di disbiosi intestinale batterica, ma piuttosto di disbiosi intestinale micotica per un’eccessiva presenza di lieviti del tipo Saccaromyces rispetto alla totalità dei funghi intestinali presenti e una ridotta varietà di specie.
Potrebbe quindi tornare fondamentale l’approccio dietetico, visto che questi lieviti sono usati nella produzione di birra, di vino e di pane, tuttavia servono studi più approfonditi per confermare l’utilità di diete che ne escludano l’assunzione.
Fonti:
- Lotti T, Hercogova J, Fabrizi G. Expert Opin. Pharmacother. (2015) 16(16): 2485-96.
- Moretti S, Arunachalam M, Colucci R, et al. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2012 Jul;26(7):861-7
- Ganju P, Nagpal S, Mohammed MH, et al. Sci Rep. 2016 Jan 13;6:18761.
- Colucci R, Dragoni F, Moretti S. Oxid Med Cell Longev. 2015;2015:631927.
- Colucci R, Lotti T, Moretti S. Expert Opin Pharmacother. 2012 Sep;13(13):1885-99.
- ‘Caratteristiche del microbiota intestinale nei pazienti con vitiligine e correlazioni con parametri clinici di malattia’ Colucci R, in 93° Congresso nazionale SIDeMaST 2018