Lo studio dei processi che influenzano la crescita dei capelli e dei peli costituisce a tutti gli effetti una branca della dermatologia ma fino a non molto tempo fa veniva considerato davvero poco.
Fortunatamente da alcuni decenni i pazienti con problemi di perdita di capelli possono trovare nel medico dermatologo-tricologo un alleato competente. In campo tricologico sono numerosi i farmaci studiati, anche se per ora sono pochi quelli approvati come indubbiamente efficaci.
Nel mio ambulatorio la valutazione tricologica comprende la valutazione di tutto l’organismo con una visita completa accompagnata da una anamnesi approfondita.
I capelli risentono dell’influenza di numerosi fattori la cui indagine è imprescindibile.
Dal punto di vista biochimico per esempio la concentrazione di vitamine e minerali ottimale per la crescita del capello è superiore al comune limite di norma indicato negli esami di laboratorio. Un referto senza “asterischi” può nascondere ancora la causa della caduta dei capelli e va valutato da un medico tricologo.
Anche gli ormoni influiscono e bisogna dire che non sempre le alterazioni locali riflettono alterazioni sistemiche. Non sempre un paziente con calvizie presenta alterazioni ormonali rilevabili con un prelievo del sangue. Spesso le alterazioni riguardano la funzionalità di un enzima a livello del cuoio capelluto e la terapia migliore è quella personalizzata, cucita addosso al paziente e alle sue peculiarità.
Lo stress gioca un ruolo fondamentale in tricologia sia perché il costante aumento di cortisolo ha effetto sul metabolismo generale e sul consumo di risorse con ripercussioni sul ciclo del capello, sia perché la caduta dei capelli genera di per sé uno stato di stress legato alla percezione della propria immagine sociale. Il rischio è che si generi un circolo vizioso da cui è difficile uscire e che rende la persona affetta sempre più sconfortata.
Il ruolo del medico tricologo deve comprendere professionalità e conoscenza dei meccanismi biochimici e funzionali influenti il ciclo del capello, oltre alla capacità di accogliere le incertezze e fugare i timori del paziente. La terapia da intraprendere dovrà essere un percorso condiviso e consapevole.