ACNE: dati certi e falsi miti – parte II

Nella prima parte di questo approfondimento vi ho parlato dell’influenza che hanno i batteri commensali della pelle sul mantenimento dello stato infiammatorio delle lesioni acneiche.

Della lista dei fattori che sembrano aggravare l’acne…

  1. Propionibacterium acnes
  2. Ormoni androgeni
  3. Qualità del sebo secreto
  4. Fattori nutrizionali
  5. Stress psico-emotivo

…oggi esploreremo l’influenza dell’equilibrio ormonale.

2. Ormoni androgeni: attenzione a chi riceve

E’ frequente il riscontro di peggioramento del quadro clinico in relazione al ciclo mestruale, per cui tutte noi sappiamo quanto gli ormoni possano influire. In particolare durante l’ovulazione si ha rilascio di estrogeni e androgeni. La ghiandola sebacea risponde con aumento della produzione di sebo, il quale va a nutrire i microrganismi residenti che, come abbiamo visto nella prima parte, sono capaci di sostenere una infiammazione già in atto.

Il trattamento con ormoni per via orale ha dimostrato efficacia in numerose pazienti, ma anche qualche ombra. La pillola che si usa è costituita da un antiandrogeno e da un estrogeno. Quelle di prima generazione con ciproterone acetato ed etinilestradiolo sono gravate da importanti effetti collaterali e rischi di eventi trombotici anche gravi. Le formulazioni successive sono costituite da un progestinico con azione più lieve e modulata, per cui meno effetti collaterali, ma necessitano di un trattamento prolungato prima di mostrare benefici clinici ed espongono facilmente a recidive alla sospensione della terapia.

Bisogna premettere che non tutti i quadri clinici risentono così massicciamente degli ormoni. Spesso le pazienti che hanno beneficio da una terapia ormonale soffrono di ovaio policistico e quindi di un aumento di androgeni a livello sanguigno. Nella maggioranza dei casi, invece, l’acne e la sua gravità non correlano con il livello di androgeni circolanti. Ciò che influisce non è tanto la quantità nel sangue, quanto la sensibilità recettoriale a livello locale. In sostanza questi soggetti presentano una risposta maggiore ad uno stimolo ormonale normale e la somministrazione della terapia sistemica non ha un efficacia tale da bilanciarne gli effetti collaterali.

Una buona alternativa può essere l’uso di ormoni a concentrazioni fisiologiche o di organo terapici che permettano una modulazione a livello elettromagnetico dei recettori riducendone così la sensibilità. Sicuramente le sperimentazioni in ‘low dose medicine’ potranno portarci illuminanti scoperte e terapie prive di rischi.

CONTINUA…

Fonti:

Raghunath R.S. et al – ClinExpDermatol 2015;40(2):111-115
Bettoli V. et al – BrJDermatol 2015;172(1Suppl):37-46

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